Sempre più spesso ci imbattiamo in video su YouTube o immagini commoventi che ritraggono animali disabili. Quando si pensa alla disabilità, si pensa a tutti i sacrifici a cui è costretto chi convive con un handicap fisico. Gli animali come sempre ci insegnano qualcosa, come in questo caso, ad esempio, in cui apprendiamo da loro la bellezza della vita anche se segnata da gravi difficoltà motorie.

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La disabilità è una condizione sempre difficile da vivere per l’uomo, anche in tempi moderni dove esistono ancora pregiudizi davanti alla diversità e difficoltà ad andare incontro alla diversità. Quante volte ci capita di vedere persone che non aiutano un cieco scendere le scale della metropolitana per “vergogna”?…lo aiuterà senz’altro qualcun altro, si pensa. E’ triste da accettare ma è tanto facile per l’uomo discriminare ciò che è diverso, piuttosto che accettarlo e imparare a conoscerlo. Chi vive la disabilità spesso si trova a dover affrontare il peso dell’emarginazione.

 

Gli animali, come sempre, ci vengono in aiuto, e consolano le nostre pene insegnandoci che vivere significa non demordere. Gli animali disabili non perdono il proprio istinto di lottare per vivere e questo insegnamento può essere da stimolo a tutti gli umani che si trovano a vivere momenti difficili, scoraggiati dalla disperazione.

 

La tecnologia ci da una mano nel venire incontro, dove possibile, alle disabilità che alcuni dei nostri amici animali presentano, attraverso l’utilizzo di carrellini di sostegno. Attenzione però, è assolutamente necessario che venga fatta una diagnosi precisa dal veterinario specialista (ortopedico o neurologo), il quale sottoporrà il paziente ad accurate visite specialistiche e analisi strumentali (radiografie, mielografie, risonanza magnetica, tac). Una volta effettuata una diagnosi si ricorre alle terapie mediche convenzionali, integrate dalle medicine non convenzionali (agopuntura ed elettroagopuntura soprattutto) e dalla fisioterapia veterinaria.

 

Un uso precoce del carrellino posteriore, ad esempio può portare i vostro amico a quattro zampe a spostare il suo baricentro verso questo mezzo che lo aiuta a muoversi: ciò sarà un bene se dovrà portare per sempre questo ausilio, ma creerà difficoltà, invece, in quei casi in cui l’animale dovrà tornare a camminare con le proprie zampe. Diverso è il caso di carrellini studiati appositamente per il recupero post-operatorio che vanno utilizzati solo per il tempo necessario alla ripresa della normale mobilità.

 

Non bisogna pensare che questi ausili siano forzature perché gli animali vivono la disabilità in modo diverso dall’uomo, senza problemi o umiliazioni, cercando sempre e comunque di andare avanti, di camminare, di muoversi, di giocare, anche quando esiste l’incapacità fisica di farlo. Gli animali non sono bloccati dall’incapacità mentale di muoversi che purtroppo insorge in un portatore uomo di handicap fisico. Questo potrebbe essere un monito per tutti gli uomini non disabili, perché contribuiscano a rendere la società civile a misura di disabilità, vedendola non come un limite e un disagio alla crescita della società ma come un insegnamento di integrazione e di vera vita civile.